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Syndiag: l'algoritmo per la diagnosi del tumore ovarico si aggiudica Hack for Med Napoli

19-12-2020

"Il 2021 si apre con una bellissima opportunità, ci voleva davvero per debuttare sul mercato con ancora più convinzione ed entusiasmo”. Commenta così Giulio Perotti, Business Developer di SynDiag, la vittoria della propria startup all'Hack for Med di Napoli, realizzato in collaborazione con l’Università di Federico II. Lo spin off del Politecnico di Torino si è aggiudicato un premio ambito: l’accesso a un advisory program adattato alle necessità del progetto che li aiuterà a far maturare prima e in modo più solido la propria idea imprenditoriale.



Cosa fa SynDiag



“Abbiamo costituito la nostra startup innovativa subito dopo aver vinto Start Cup Piemonte, nel febbraio 2019”, racconta sempre Giulio Perotti, “ma in realtà i founder lavoravano al progetto da oltre un anno e ora siamo sulla via della finalizzazione, ormai pronti a lasciarci alle spalle la lunga e delicata fase di prototipazione”. Di fatto SynDiag nasce attorno a una esigenza ben precisa: “Tre quarti delle diagnosi del tumore ovarico sono tardive, causando l’elevata mortalità a seguito di questa patologia. La diagnosi precoce è l’elemento chiave per riportare le probabilità di sopravvivenza sopra al 90%”. E allora tre giovani ricercatori, Daniele Conti, Federica Gerace (entrambi col dottorato in Fisica) e Rosilari Bellacosa (dottorato in Neuroscienze) hanno pensato di istruire l'intelligenza artificiale a scovare per tempo questo cancro così insidioso.



L'idea di OvAi



“L'intelligenza artificiale alla base di OvAi – tiene a specificare Giulio – non ha la pretesa di sostituirsi al medico: deve essere intesa come uno strumento a supporto delle diagnosi”. Il software funziona così: i medici si registrano alla piattaforma messa a disposizione di SynDiag e, dopo aver fatto accesso al sistema mediante canonico log-in, possono iniziare a caricare ecografie di controllo da sottoporre all'IA che è stata 'ammaestrata' a riconoscere “regioni di interesse”, ovvero zone sospette sulle quali è meglio indagare. “Attualmente siamo in fase di trial clinici: raccoglieremo fino a 1.600 casi per allenare l'algoritmo e affinarne sempre più le capacità”. Una volta a regime, il sistema garantirà un responso pressoché immediato, nella speranza che riesca a individuare per tempo ciò che potrebbe essere sfuggito all'occhio umano.



La libreria virtuale e l'Academy



Ma OvAi fornisce anche altri due servizi. Il primo è la libreria virtuale di casi clinici. Le ecografie caricate nel sistema costituiranno la memoria dell'intelligenza artificiale ma anche un prezioso strumento di studio per i dottori che lo sfrutteranno e vorranno consultare casi analoghi a quelli su cui stanno lavorando. La seconda è l'Academy, attualmente declinata in modalità 'digital' per via della pandemia. “OvAi – racconta sempre Giulio – è uno strumento didattico: giovani medici vengono formati anche grazie al nostro software e stiamo lavorando per ottenere la certificazione così da diventare un momento di formazione ufficiale”, insomma un corso di aggiornamento che rilasci crediti formativi. L'Academy si è rivelata per la startup un momento molto prezioso: “il dialogo costante con i medici ci permette infatti di capire quali funzionalità migliorare e quali implementare”. Non poco visto che nel 2021 la startup debutterà ufficialmente sul mercato.

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