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STORIE

Il medico oggi è tecnologico

13-01-2021

Accorciare i tempi di intervento. Offrire un monitoraggio costante. Amplificare la capacità analitica. Potrebbero essere gli elementi per salvare più vite?

È questa domanda che dovrebbe guidare il cambiamento verso una medicina più digitalizzata.

I vantaggi della medicina digitale includono una diagnosi precoce e cure personalizzate. Ma anche l’uso di tecnologie basate sui dati.

L’esperienza del Covid – 19 ci ha suggerito che abbiamo bisogno di ripensare la medicina. E il digitale sembra offrirci ciò che manca. Un monitoraggio in remoto potrebbe servire a raggiungere le persone con maggiori difficoltà nell’accesso alle cure mediche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa la metà della popolazione mondiale non ha ancora accesso a un’assistenza sanitaria adeguata. Non si tratta solo dei paesi più poveri. Riguarda anche chi non può permettersi una copertura assicurativa sufficiente. Sono compresi coloro che vivono in località remote o rurali, pazienti disabili e anziani che hanno difficoltà a muoversi. E riguarda anche le famiglie, sempre alle prese tra lavoro intenso e assistenza ai bambini.

Di fatto assistere in remoto non equivale ad andare in ospedale. Ma potrebbe essere un modo per ridurre i ricoveri ospedalieri non programmati o le lunghe file in ambulatorio.



La tecnologia è già alla nostra portata



Non è fantascienza. La tecnologia ha compiuto il passaggio verso nuovi strumenti digitali a supporto della diagnosi. Il prezzo accessibile dei dispositivi permette a ciascun paziente di dotarsi di strumenti utili al medico. Ciascuno può diventare responsabile della propria salute.

I consumatori possono usufruire di un’unica soluzione che ospita più strumenti diagnostici in un unico dispositivo. I medici, collegandosi con gli strumenti del paziente, possono condurre visite a distanza. Un bell’esempio è MedWand. Il medico può auscultare in tempo reale il cuore, misurare la frequenza cardiaca e condurre un ECG. A distanza, controlla i polmoni e misura la frequenza respiratoria o i livelli di ossigeno nel sangue. Conosce la temperatura e analizza le condizioni dell'addome. Può guardare all'interno dell'orecchio, del naso, della gola e della bocca di un paziente, nonché ispezionare la pelle. Il paziente deve solo appoggiare il dispositivo seguendo le istruzioni.

Anche gli strumenti più tradizionali del medico sono stati rivisitati in chiave digitale. Lo stetoscopio LungPass, sviluppato in Estonia, analizza i suoni dai polmoni e aiuta a diagnosticare o monitorare una varietà di condizioni respiratorie.

Un piccolo dispositivo della ditta inglese Sunrise è da attaccare sul mento prima di andare a dormire. Permette di diagnosticare apnee notturne.

Il sistema modulabile a diversi tipi di trattamento inventato da HealthBeacon permette a un medico di seguire pazienti cronici, affetti da malattie assai differenti. Alle prese con schemi terapeutici complessi, i pazienti sono guidati dalla tecnologia e monitorati da remoto. Le giuste dosi di farmaci sono quindi controllate e modulate, anche da lontano.



Cosa manca allora?



Resta la resistenza dei medici. Spesso poco aggiornati sulle innovazioni o timorosi dell’affidabilità delle nuove tecnologie. Per questo sono reticenti ad abbandonare i vecchi strumenti del mestiere. L'uso quotidiano dell'IT, impone a infermieri e medici di imparare diversi sistemi software, utili per inserire e trasferire dati.

Finora l’incontro tra innovatori e sanità era complicato dalle frammentazioni regionali europee. Inoltre, la tecnologia si è concentrata molto di più su nuovi modelli e approcci che mettono il controllo della salute nelle mani dei consumatori. In molti casi ha completamente aggirato i fornitori di servizi sanitari tradizionali. La nuova regolamentazione Europea sui dispositivi medici entrerà in vigore nel maggio 2021. Promette di fare ordine su certificazioni di sicurezza e standard. Nel sito Eudamed, fornirà una lista di dispositivi approvati e immessi sul mercato. Sembra promettere una possibilità di incontro tra i due mondi.

L’Europa però non sta ancora investendo nella sanità digitale secondo le sue potenzialità. Il rapporto Mc Kinsey Europe mette in evidenza come stiamo sfruttando solo il 12% del nostro potenziale digitale. E comunque il Vecchio Continente procede a differenti velocità.\ Le tecnologie digitali per la salute sono diffuse nei paesi scandinavi. L'Europa meridionale e orientale includono i paesi con prestazioni inferiori. Fa eccezione la Spagna. La Danimarca è il paese più avanzato in termini di adozione dell'eHealth, con il 91% dei medici che utilizzano il trasferimento elettronico dei dati e lo scambio online dei dati sanitari dei pazienti (contro il 34% in media di altri paesi).

Intanto l’Italia sembra essere ancora indietro nella diffusione di strumenti e pratiche digitali. Più investimenti nel settore, sia di tipo economico che nella formazione del personale sarebbero importanti per allestire un nuovo sistema di cura.



Ma come può la tecnologia stuzzicare l’interesse dei medici?



Un elemento dello sviluppo di successo dei dispositivi medici è il rispetto dei principi del design ergonomico e dell'usabilità. Serve facilità d'uso, maggiore sicurezza, maggiore efficienza, riduzione del rischio durante l'uso e semplificazione di manutenzione e riparazione dei dispositivi.

Un’altra limitazione riguarda l’interoperabilità dei dispositivi. Si tratta del fatto che diversi strumenti per marchio e funziona possano dialogare tra loro. Assicurare lo scambio dei dati è cruciale perché le informazioni cliniche del paziente siano utilizzabili. E per farlo occorre garantire sicurezza informatica. Se manca la sicurezza è troppo alto il rischio di manomissione o cancellazione dei parametri registrati.

Mentre ci sono ancora settori che richiedono ulteriori sviluppi, anche le stesse tecnologie promettono ulteriori avanzamenti. Il 2021 promette l’espansione di nuove tecnologie. Nel corso di questa settimana si terrà un importante evento online per parlare delle tecnologie emergenti: il CES 2021. Forse la pandemia tuttora in corso porterà una maggiore attenzione sulle tecnologie digitali che riguardano la salute.

Resta da chiedersi se davvero gli strumenti digitali hanno portato a un miglioramento dell’assistenza sanitaria. Lo studio ICARE4EU ha esplorato la diffusione in Europa di programmi di assistenza integrata con applicazioni digitali. Il 95% dei sistemi sanitari ha riportato miglioramenti nella gestione dell'assistenza, il 93% nell'integrazione assistenziale e l'86% nella qualità dell'assistenza fornita.

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